Il Torrione di Forio e Torre di Guevara: alla scoperta di Ischia

Il casato di Forio era spesso vittima di incursioni da parte delle flottiglie Saracene prima, e quelle dei Turchi assieme ai loro sudditi della Barberia, poi. Per salvaguardare la popolazione locale, quindi, intervennero le autorità civili e religiose, ma anche le nobili famiglie foriane. Così, nel 1480 fu conclusa la costruzione della prima fortificazione del comune di Forio conosciuta come: il Torrione.

Si tratta di una costruzione dalla pianta circolare, edificata sullo spuntone di roccia tufacea al centro della cittadina che domina sulla calata del porto dall’alto. Elevata su due livelli, la torre, era anticamente accessibile da una scala di legno removibile. Al piano inferiore vi era il deposito delle scorte alimentari e dell’artiglieria; inoltre era presente una cisterna usata per accogliere le acque piovane, oggi in disuso. Al primo piano erano situati gli alloggi della guarnigione che aveva il compito di controllare l’avvicinamento di navi nemiche e dare l’allarme per preparare la difesa.

Infatti, nella parte superiore il Torrione era provvisto di una terrazza di difesa merlata, a parapetto pieno e quattro cannoni di bronzo che garantivano una visuale completa per difendersi da ogni angolazione. Vista l’efficace difesa che garantiva il Torrione, la popolazione cominciò a costruire altri edifici fino agli inizi del ’700. Molte, ormai, erano considerate case-torri perché le nobili famiglie che le avevano costruite ne avevano fatto loro dimora. In totale si contano sedici fortilizi collegati fra loro e altri cinque edifici costruiti nel casato di Panza

Il Torrione oggi

Molte di queste sono ancora visibili oggi e restano residenza di alcune famiglie, invece il Torrione dopo essere stato restaurato è stato adibito a museo civico nella sala inferiore e, nella sala superiore ospita le opere del famoso celebre artista foriano Giovanni Maltese, il quale nel 1883 (e per trent’anni circa) la utilizzò come dimora.

La Torre di Guevara 

La Torre di Guevara, conosciuta anche come “Torre di Michelagelo” e “Torre di Sant’Anna” è una casa turrita costruita nella Baia di Cartaromana, il versante orientale di Ischia. È un edificio a pianta quadrata che si articola su tre livelli. Le aperture, circondate da tessiture in pietra vulcanica, pongono l’opera in un quadro artistico rinascimentale napoletano, oltre ad essere una riuscita testimonianza della cultura manieristica non soltanto per gli affreschi, ma pure per la concezione architettonica di una casa-giardino, che fu contesto di immagini mitiche e un luogo privilegiato da metafore culturali.

La torre si trova immersa in un ampio giardino lambito dalle acque della valle di Cartaromana e da quelle di una sorgente ormai dismessa che fu celebrata da Giovanni Boccaccio nella sua V giornata del Decamerone.

Anticamente, la Torre era cinta da alte mura su due lati, dei quali oggi restano soltanto dei tratti. Posta davanti al Castello Aragonese, molto vicino agli scogli di Sant’Anna, la Torre è un’importante sito archeologico che collega la storia della baia con l’antica colonia sommersa di Aenaria.

La costruzione risale alla fine del ‘400 ed è attribuita a don Giovanni De Guevara, un uomo d’armi d’origine spagnola al seguito di Alfonso I d’Aragona, il quale nel 1454 gli diede la nomina di “cavalliere del re” Francesco De Guevara duca di Bovino, che fu nominato alla fine del ’400 come governatore a vita dell’isola. Quindi la torre fu quindi costruita per esigenze abitative e per difendere la costa e il castello.

Si dice che nel 1500 vi soggiornò l’artista Michelangelo Buonarroti che era legato da una relazione amorosa segreta alla castellana Vittoria Colonna, già moglie di Francesco Ferrante d’Avalos. Queste informazioni, però, non sono confermate da alcun documento storico.

Oggi la torre viene usata come struttura polivalente per le esposizioni d’arte tra cui quelle di Hidetoshi Nagasawa e Arnaldo Pomodoro.

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