I Musei di Ischia

In qualsiasi momento dell’anno, visitare Ischia significa anche cultura, infatti l’isola verde è un luogo dove approfittare non soltanto dello straordinario mare, le terme, il divertimento, il buon cibo ma il posto ideale per scoprire tutti i luoghi di interesse storico-culturale che l’isola offre agli appassionati.

Alla scoperta della storia, la cultura e le epoche antiche di Ischia


Museo La Mortella

Il Museo La Mortella, un meraviglioso giardino aperto al pubblico nel 1990 ricco di varietà di piante tropicali e mediterranee, disegnato nel 1956 dall’architetto inglese Russell Page.

Uno dei più grandi compositori Inglesi, Sir William Walton visse nella villa per circa 30 anni, fino alla sua morte, l’8 marzo 1983. Per sua volontà le sue ceneri riposano qui in un masso trachitico su di un promontorio a circa 120 metri dal livello del mare. Il maestro componeva

Museo La Mortella Ischia

le sue opere in questa casa museo a ridosso di un giardino di ventimila metri quadri circa e fu aperto al pubblico dalla William Walton Charitable Trust (di cui il presidente d’onore S.A.R il principe di Galles)

l’ente morale italo-britannico istituito dalla vedova di Sir William, per omaggiare il ricordo del marito.

La Fondazione William Walton ha come scopi istituzionali quelli di fare della Mortella un centro di studio per giovani musicisti di talento sotto la direzione dei più importanti maestri del mondo e di aprire al pubblico il giardino con la casa-museo.

Il museo si trova in Via Francesco Calise, 39 Forio d’Ischia. Tel. 081986220. Sito web


Castello Aragonese

Il Castello Aragonese è una meravigliosa costruzione che sorge su un isolotto di roccia trachitica collegato al versante orientale dell’isola d’Ischia da un ponte in muratura lungo 220 mt.

La storia ci rimanda al 474 a.C. quando fu costruita la prima fortezza dal Greco Siracusano GeronCastello Aragonese Ischiae I, venuto in aiuto dei Cumani nella guerra contro i tirreni. In seguito furono erette, alte torri per sorvegliare il movimento delle navi nemiche. Al termine della guerra, Gerone ritenne l’isola. Venne poi occupata dai Partenopei. Nel 326 a.C. se ne impossessarono i Romani e poi nuovamente i Partenopei. I saccheggi e le lunghe dominazioni dei Visigoti, Vandali, Ostrogoti, Arabi, Normanni, Svevi, Angioini trasformarono completamente la fortezza di Gerone. Nel 1301 l’ultima eruzione dell’Epomeo distrusse la città Geronda, che sorgeva ove ora vegeta la pineta: la gente si rifugiò sull’isolotto. Nel 1441 Alfonso d’Aragona ricostruì il vecchio Castello Angioino, congiunse l’isolotto all’isola maggiore con un ponte artificiale e fece costruire poderose mura e fortificazioni, dentro le quali quasi tutto il popolo d’Ischia trovò rifugio e protezione contro le incursioni dei pirati.Verso i primi del 1700 la rocca ospitava 1892 famiglie, oltre il Convento delle Clarisse, l’Abbazia dei Brasiliani di Grecia, il Vescovo col Capitolo ed il Seminario, il Principe con la guarnigione. Vi erano 13 chiese, di cui 7 parrocchie. Verso il 1750, cessato il pericolo dei pirati, la gente cercò più comoda dimora nei vari comuni dell’isola d’Ischia. Nel 1809 gli inglesi assediarono la rocca, tenuta dai Francesi, e la cannoneggiarono fino a distruggerla quasi completamente. Nel 1823 il Re di Napoli mandò via gli ultimi 30 abitanti e ridusse il Castello a luogo di pena. Nel 1851 lo adibì a prigione politica. Successivamente divenne domicilio coatto.

Raggiunge un’altezza di 113 mt. s.l.m. e presenta una superficie di circa 56.000 mq.
Vi si accede attraverso una mulattiera o a mezzo di un moderno ascensore installato alla fine degli anni ’70.

La mulattiera si sviluppa, per il primo tratto, in una galleria scavata nella roccia (per volontà di Alfonso I d’Aragona alla metà del Quattrocento) per poi proseguire all’aperto fino a raggiungere la parte più alta dove è situato il Maschio.
Da questa strada principale se ne dipartono altre minori che servono gli edifici e i giardini della rocca. L’ascensore raggiunge invece i 60 mt. s.l.m. ed il suo percorso è interamente ricavato all’interno della viva roccia.
L’edificato ricopre una modesta parte della superficie complessiva per lo più occupata da ruderi e terre coltivate; quella che era la fisionomia densamente costruita ritratta dall’iconografia settecentesca è stata in buona parte cancellata dagli eventi bellici dei primi dell’Ottocento, cui sono seguiti lunghi anni di abbandono. Soltanto ai primi del Novecento è iniziata una campagna sistematica di restauri, ancora in corso, che ha restituito e continua a restituire una dignità architettonica a questo imponente complesso monumentale.
Indiscutibili dominanti nell’immagine del Castello sono le sagome della residenza reale, denominata Maschio (che non si visita), e posta sul punto più alto del versante nord orientale, e della cupola della Chiesa dell’Immacolata, contrappunto centrale di tutto l’isolotto.
Efficace mediazione tra i costoni rocciosi e la parte edificata è la cinta bastionata che si avvolge intorno al Castello per 3/4 del suo perimetro caratterizzandone fortemente l’insieme.

Inoltre il Castello Aragonese ospita al suo interno il Museo delle Armi, una collezione di armi da taglio e da fuoco, sciabole intarsiate e strumenti di tortura provenienti da tutta Europa.

Il Castello Aragonese nella città di Ischia, zona Ischia Ponte. Tel. 081992834. Sito web


Museo di Santa Restituita

Il museo di Santa Restituita merita assolutamente una visita, in quanto raccogle un enorme quantità di reperti del passato a testimonianza della vita e della cultura in Ischia dai greci al primi cristiani. La Museo di Santa Restituita Ischiascoperta si ebbe agli inizi degli anni 50, quando durante il restauro della cappella di Santa Restituita fu rinvenuta sotto il pavimento la cripta paleocristiana con numerose tombe. Inoltre venne rinvenuta anche una lucerna fittile con grappolo d’uva del VI-VII sec. d.C. che incoraggiò gli archeologi a proseguire con lo scavo riportando alla luce così un cimitero cristiano posto intorno alla basilichetta ricavata da un cisternone in disuso di epoca romana. Nel continuare i lavori vennero riportati alla luce una grande quantità di sepolcri a testimonianza di usanze fenicie e puniche, oppure secondo quelle greco-romane. Non solo reperti di Lacco Ameno (l’antica città di Pitecusa), attualmente nel Museo di Santa Restituita è possibile visionare reperti dell’intera isola d’Ischia.

Il museo si trova in Piazza S. Restituita, 10 Lacco Ameno. Tel. 081900538.


Museo di Villa Arbusto

Sempre a Lacco Ameno troviamo Villa Arbusto così chiamata dal toponimo della località documentato fin dal ‘600. La sua posizione gode di una vista panoramica mozzafiato che affaccia sulla piazza di Santa Museo Villa Arbusto IschiaRestituita di fronte al promontorio di Monte di Vico, il sito dell’acropoli di Pithecusae. Don Carlo Aquaviva, Duca di Atri, nobile famiglia abruzzese, acquisto la Masseria dell’Arbusto nel 1785 e ci costruì un Casino di campagna, l’attuale villa con un grande giardino retrostante in cui erano situati, e sono tuttora esistenti, un fabbricato minore per gli ospiti, una cappella, una “stufa” per l’uso terapeutico delle fumarole calde che vi sorgono, una grande cisterna per la raccolta dell’acqua piovana, il “piscinale” che, oltre a provvedere al rifornimento idrico del complesso, alimenta la vasca di una fontana. Il museo contiene reperti archeologici e culturali di rara bellezza ed importanza come la ormai famosissima Coppa di Nestore.

Il museo si trova in Corso Angelo Rizzoli, 210 Lacco Ameno. Tel.081996103. Sito web


Museo Diocesano

Il Museo Diocesano inaugurato nel 1997 e visitabile il lunedì-mercoledì-venerdì dalle 10 alle 13, è costituito

da cinque sezioni: marmi, sculture, dipinti, argenti, manufatti vari.
Gli oggetti presentati al pubblico provengono da varie chiese della diocesi, in modo particolare dall’antica Cattedrale. Ingresso libero.

Il museo si trova in Via Seminario, 20 Ischia Ponte. Tel.3355245424. Sito web


Museo del mare

Il Museo del Mare è ospitato nel più antico e prestigioso palazzo del patrimonio comunale, nel Borgo di

Cesa: la Torre dell’Orologio a Ischia Ponte. Inaugurato alla fine del 1996, vuole esprimere la peculiarità

della storia isolana. La terra nata dal mare, il suolo che da sempre ha trovato nel mare il proprio destino, lavoro e amore, ha diritto a una memoria collettiva ben visibile. Oggetti e reperti museali esposti al godimento del pubblico sono il concreto risultato del lavoro volontario svolto da un gruppo di persone motivate unicamente dalla passione e curiosità per le proprie radici storiche, sociali e culturali.

Il museo si trova in Via L. Mazzella, 7 Ischia Ponte. Tel.081981124. Sito web


Torre di Guevara o di Michelangelo

Simbolo di Ischia, insieme al Castello, è la Torre di Michelangelo che si erge, maestosa, di fronte allo stesso Castello, immersa in un immenso prato verde, a pochi metri dai famosissimi “Scogli di S.Anna”.
La torre di Guevara, comunemente detta di Michelangelo o di S. Anna, e’ una casa turrita edificata su quel tratto della costa orientale dell’isola che prospetta sul Castello d’Ischia, esito naturale di sommovimenti tellurici risalenti al II secolo d.C., interamente fortificato da Alfonso d’Aragona a partire dal 1433 quando, con un provvedimento organico, il sovrano predispose e sollecitò, a maggior difesa dell’isolotto, anche l’edificazione di torri lungo i tratti di costa adiacenti.
In questo contesto di prospettive difensive si colloca certamente la scelta di una casa-fortezza, di cui sono stati proprietari, fino agli inizi dell’800, i Guevara, duchi di Bovino, da cui il nome. Ma la presenza di Vittoria Colonna sul Castello d’Ischia e l’amicizia di Michelangelo per la nobile castellana hanno sostanziato, in tempi più recenti, insieme all’infondato convincimento di un soggiorno del grande artista nella torre Guevara, postazione ideale per una “corrispondenza amorosa” con l’amata, anche una nuova denominazione della fabbrica, spesso impropriamente detta “torre di Michelangelo”. Anzi, il proposito di avvalorare la presenza del grande artista in Ischia ha sortito l’effetto di offuscare una toponomastica già accreditata, quella di “Torre di S. Anna”, dovuta alla presenza nel sito di una chiesetta ad essa dedicata, entrata nell’uso dal tempo in cui i Guevara avevano abbandonato il possedimento, e recepita dalla stessa cartografia ottocentesca.
Attribuita da Gina Algranati a Guevara, venuto dalla Spagna al seguito di Alfonso I d’Aragona che nel 1454 lo nominò “cavaliere del re”, la fabbrica della torre potrebbe anche darsi alla fine del XV secolo, quando un altro membro della stessa famiglia, don Francesco de Guevara “non potendo più servire in campo militare” fu fatto da Carlo V governatore a vita dell’isola d’Ischia. Ma, è sopratutto in rapporto alla cultura manieristica, di cui pure la torre offre testimonianza non solo attraverso i suoi affreschi, ma anche attraverso la sua concezione di casa-giardino, inteso come contesto di immagini mitiche e luogo privilegiato di metafore culturali, che si può posticipare la datazione.
Difatti la torre era immersa in origine in un giardino di delizie che, lambendo a valle la acque di Cartaromana e quelle di una sorgente dismessa celebrata dal Boccaccio, si chiudeva su due lati con altre mura in pietra vulcanica, di cui sussistono ancora dei tratti, per ascendere poi a mezza costa con colture diversificate concluse da un boschetto a fitta vegetazione arborea. L’immagine dotta della organizzazione compositiva dello spazio torre-giardino, che mirava a realizzare una grande metafora naturalistica contrapposta al Castello (il costruito), completamente compromessa, prima, dalla destinazione d’uso agricolo del complesso, poi, dagli sviluppi edilizi e da uno cattivo intervento di “restauro”, è oggi avvalorata dalla rappresentazione di uno dei pannelli del grande affresco che ricopre la volta a padiglione della sala sud- ovest del piano nobile della torre. Qui, nell’ambito di una figurazione araldico-cavalleresca si sviluppa uno spaccato prezioso della situazione originaria dei luoghi e delle internazionalità progettuali.
Articolata su tre livelli fuori terra, di cui il primo a scarpa concluso con un toro in pietra viva, la torre presenta nel suo impianto quadrato e nella geometria delle aperture incorniciate da tessiture di pietra vulcanica a spessore un accento di marcata ed intenzionale sobrietà che si traduce in una immagine di sottile, sofisticata eleganza. Pertanto essa si impone all’attenzione quale opera significativa del rinascimento napoletano.
A cura di Ilia Delizia

La Torre di Michelangelo si trova in Via nuova Cartaromana, Città di Ischia.


Museo La Casa Greca

E’ un sito Archologico di enorme rilievo storico culturale, attualmente sono ancora in corso i lavori di scavo.
Duemilasettecento anni fa una disastrosa eruzione con successiva colata lavica sigillò la costruzione sotto una poltiglia di fango bollente.
Il sito archeologico nel parco del Punta Chiarito è simile a quello di Ercolano, ma più vecchio di 7 secoli.
Il ritrovamento della casa, assieme ai numerosi attrezzi domestici e suppellettili dell’epoca riportati alla luce, ha permesso di raccogliere nuove preziose informazioni scientifiche, fondamentali per ricostruire la storia dell’insediamento greco di Ischia e del Golfo di Napoli di cui si conoscevano fino ad ora soltanto le sepolture e i preziosi corredi. I Greci quando sono giunti a Ischia, sono sbarcati a Punta Chiarito.

Il Museo si trova in Via Sorgeto, 51 Forio d’Ischia.


Museo del Contadino

Il contadino d’Ischia ha modellato nei millenni il territorio isolano con le caratteristiche pietre di origine lavica e tufacea. Ha costruito migliaia di chilometri di “parracine”, i caratteristici muri a secco dei Museo del Contadino Ischiaterrazzamenti di terreno, ed ancora cellai, ricoveri, cisterne, e perfino case e chiese scavate nella pietra tufacea. Ha ricavato gli attrezzi per la sua “ agricoltura eroica” strappando alla roccia pezzi di terreno da coltivare vite.
Al contadino d’Ischia la D’Ambra Vini, ha dedicato un museo dove sono raccolti vecchi attrezzi, gli antichi “barili”di legno, i torchi di due secoli fa ed ancora le testimonianze fotografiche della civiltà contadina dell’isola d’Ischia che risale al tempo della dominazione greca (VII a. C.) .
Alle pareti del museo sono attaccate alcune carte geografiche dell’isola con i rilievi aereofotogrammetrici degli anni ’50 e ’60 che danno un’idea della straordinaria espansione turistica dell’isola passata dalla economia contadina a quella del turismo termale.

Il Museo si trova in Località Panza presso Vini D’Ambra, Forio d’Ischia. Tel. 081 907210


Museo Il Torrione

Il Torrione sorge nell’omonima via, fu costruito a spese dell’università all’inizio del sec.XVI, ha svolto le funzioni di torre di avvistamento e di difesa. Era fornito di diversi cannoni uno dei quali vi rimase fino al

1787 usato per sparare a salve nei giorni delle maggiori festività religiose.
Alla fine del secolo scorso il Comune lo donò allo scultore foriano Giovanni Maltese (1852-1913) che lo adattò a sua dimora e studio.Oggi è sede del Museo Civico dedicato allo scultore.
Vi sono esposte le opere che lo scultore aveva con sé al momento della morte. La moglie pittrice inglese Fayrer Fanny Jane (Cumberwell 1851 Forio 1926), donò, il Torrione, al comune di Forio prima di morire.

Il museo si trova in Via Torrione, Forio d’Ischia. Tel.0813332126. Sito web


La Colombaia – Museo Lucchino Visconti

E’ in corso di progettazione il Museo dedicato al Maestro Visconti nella sua dimora ischitana. Con questa struttura l’isola conquista un nuovo centro di interesse culturale di indiscutibile rilevanza diventando uno dei più importanti punti di riferimento internazionali attorno ad un personaggio che ha scritto la storia della cinematografia mondiale e del teatro.
L’ala museale della Villa La Colombaia – oltre a conservare testimonianze della vita, delle opere del conte di Modrone e del suo rapporto con l’isola – potrà far riaffiorare la magia e il fascino della casa ai tempi di Visconti, con una ricostruzione coerente ed evocativa.
I costumi usati sulle scene e sui set dal regista, gli elementi di arredo, tra bozzetti, foto e sceneggiature: un mosaico complesso e unico nel suo genere per riportare nella dimora l’anima e la forza comunicativa di Visconti.
4 Dicembre 2006: l’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha collocato la Fondazione La Colombaia di Luchino Visconti sotto il suo Alto patronato permanente. Il Capo dello Stato ha inteso concedere il riconoscimento in quanto “la Fondazione, con la sua attività di promozione delle arti e dello spettacolo, è un centro di eccellenza per il cinema ed offre, con la sua Scuola Internazionale di Cinema e Teatro, percorsi didattici riconosciuti ai più alti livelli istituzionali, orientati alla creazione di un ponte permanente tra l’alta specializzazione, la formazione universitaria e il mondo del lavoro”. La Colombaia di Visconti, unica istituzione culturale dedicata al grande regista, è tra le prime fondazione di partecipazione del Mezzogiorno d’Italia e vede tra i suoi soci la Regione Campania, la Provincia di Napoli, il Comune di Forio e l’Università degli Studi di Parma.

Il museo si trova in Via Francesco Calise, 73 Forio d’Ischia. Tel. 348 5127762


Museo Civico

Il 20 aprile 2000 è stato aperto al pubblico il Museo Civico di Casamicciola Terme nella Villa Comunale della Bellavista. Il Museo è realizzato in collaborazione con il Servizio Sismico Nazionale e rappresenta la prima struttura culturale pubblica di Casamicciola dal 1883, quando la più antica cittadina termale dell’ isola d’ Ischia, fu distrutta dal celebre terremoto che rappresentò la prima grande catastrofe dell’ Italia post-unitaria.Da qui il grande interesse culturale e scientifico per quell’ evento al quale il Servizio Sismico Nazionale ha dedicato una monumentale monografia consultabile nel Museo .Il Museo tuttavia vuole documentare anche la ” rinascita” di Casamicciola avvenuta nel secolo XX con le belle foto dell’ Archivio Alinari e degli Archivi privati di Nicola De Luise e Michele Monti e la necessità di una ” terza rinascita”, dopo l’ altro evento luttuoso del 24 ottobre 1910 quando tutti gli stabilimenti termali furono distrutti da una alluvione . Il Museo offre al visitatore per la prima volta esposte in una sala museale le dieci più antiche carte geografiche dell’ isola del 1500 e 1600 con la monografia della prof.ssa Dora Niola Buchner, premiata dall’ Accademia dei Lincei nel 1986, così come ripropone l’ antica arte della terracotta, che prima del termalismo costituiva la principale risorsa del paese, con il suo ultimo esponente, Francesco Mennella. Il Museo Civico è collegato all’ antico Osservatorio Geofisico sulla collina della Gran Sentinella istiuito nel 1891 e dismesso nel lontanissimo 1923 ed abbandonato per oltre 60 anni con il recupero della ” vasca sismica” inventata dall’ autodidatta triestino Giulio Grablovitz con la quale registrò il terremoto di San Francisco nel 1906 e della ” sala della Meridiana” dove il climatologo Cristofaro Mennella , nostro Illustre Concittadino, studiava il clima dell’ isola scoprendo che quello di Ischia è il migliore fra tutti quelli delle località termali italiane.

Il museo si trova in Via Gran Sentinella, Casamicciola Terme


Torre Medievale di Testaccio

Costruita alla fine del XV sec., durante la dominazione degli Aragonesi nel meridione, insieme a una serie di roccaforti (es. a S. Angelo, a Forio, ecc.) in collegamento tra loro, con fumo e fuoco di notte, aveva funzione di avvistamento e rifugio degli abitanti dell’antico casale di Testaccio. La Torre era dotata di cisterna e forno, al fine di resistere alla fame provocata dagli assedi saraceni. Fu successivamente adibita a dimora del locale barone. Per lungo tempo abbandonata, solo negli ultimi anni è stata restaurata e riaperta.
Di pianta quadrangolare, tipica delle costruzioni Aragonesi, priva di basamento, si eleva dal bianco tufaceo, su due livelli; il lato orientale presenta un portale al centro, arricchito da una spessa fascia di piperno, e sormontato da una apertura con balcone dalle lievi decorazioni a triangoli, mentre sul lato nord un passaggio pensile, sostenuto dall’arco rampante, mette in comunicazione il secondo livello della torre con gli edifici circostanti.
Questa Torre è stata teatro di una leggenda legata alle frequenti incursioni saracene sulle coste dell’isola.
Durante la processione di S. Giorgio, le campane del paese, gettarono lo sconforto sul popolo poiché i pirati erano giunti nelle acque dei Maroniti. La gente accorsa dalle frazioni vicino fecero ritorno alle proprie abitazioni, i giovani paesani salirono sulla cima della Torre per difendersi con il lancio delle pietre, donne, bambini ed anziani si rifugiarono nei sotterranei della stessa e si raccolsero intorno al Santo Patrono, mentre, gli uomini più coraggiosi si appostarono nei vigneti per spiare le mosse degli assalitori, che armati fino ai denti avevano incominciato a salire verso il centro abitato. Arrivati sotto tiro, i mori, si diedero alla fuga lasciando sbigottiti gli abitanti del Testaccio. Quelli dispersi nei vigneti salirono nella torre per dare sicurezza agli abitanti, i quali decisero di stare di guardia tutta la notte. Alle prime luci del mattino fu avvistato nella piazza del Testaccio un giovane saraceno, il quale, fu circondato in pochi minuti dagli abitanti armati di spranghe, vanghe e rastrelli intenzionati ad ucciderlo. Per fortuna sopraggiunse il parroco che li fermò. Calmatisi, interrogarono lo straniero, il quale, raccontò che furono spaventati da uomini armati di lance, che venivano fuori da ogni parte guidati da un giovane a cavallo —“acceso nel volto, la lancia in resta ci premeva senza posa, in atto di significare: Indietro! indietro!!” Improvvisamente i saraceni furono atterriti e senza aspettare alcun comando si lanciarono in fuga, cercando di raggiungere le navi. Lo straniero fu, tra i più lenti e non riuscì a raggiungere i compagni. I paesani gli chiesero di riconoscere tra i giovani del posto l’uomo a cavallo. Il saraceno guardandosi intorno lo identificò nella maiolica raffigurante S. Giorgio incastrata nelle mura della piazza. A questa leggenda popolare si possono dare due interpretazioni:
-quella religiosa secondo cui la fuga dei saraceni è attribuita a un miracolo del patrono; -quella data dal Buonocore secondo cui i nemici furono spaventati da un’ allucinazione collettiva : essi scambiarono i pali delle viti per lance.

La Torre si trova a Barano d’Ischia.

 

Fonte: ischia.it

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