Eremo di San Nicola: trekking ed escursioni

Il turista che arriva a Ischia si troverà a scoprire un’isola inedita con una grande varietà di attività da svolgere tra mare e montagna. Il monte Epomeo – che domina l’isola – permette di raggiungere la vetta percorrendo diversi sentieri: quello che conduce all’Eremo di San Nicola è tra i più affascinanti e suggestivi per gli scorci panoramici che si aprono durante la salita, non particolarmente ripida e adatta a chiunque ami il trekking.

Il Monte Epomeo

Il monte, di origine vulcanica risalente a oltre 100 mila anni fa, domina Ischia dall’alto dei suoi 789 m. sopra il livello del mare. Numerose sono le leggende che lo vedono protagonista come quella che lo individua come uno dei punti di ingresso verso il mondo parallelo e sotterraneo di Agarthi, il regno collocato nel ventre della Terra e descritto nelle opere di Willis George Emerson. Il monte Epomeo è anche chiamato dai suoi abitanti il “gigante buono”, perché non è più un vulcano minaccioso, la sua ultima eruzione risale al 1302.

I fianchi dell’Epomeo sono percorsi da sentieri battuti ma non tracciati sulle mappe. Il sentiero più frequentato è quello che parte da Piazzetta Fontana e – in un’ora di cammino – raggiunge un primo “belvedere” a 3 km di distanza e un dislivello di 400 m. Il primo tratto del percorso è asfaltato prima di svoltare a sinistra su un sentiero più irregolare, ma immerso nel verde che si restringe in un canale stretto tra le rocce in tufo. In cima, si arriva a due terrazze, una dominata dalla chiesa di San Nicola di Bari risalente al 1459 e la seconda terrazza conduce a un altro sentiero nel tufo che porta a Casamicciola dove poter ammirare un panorama incredibile e ad altre méte: come Lacco Ameno, la Baia di San Montano, Zaro, Forio e la Chiesa di Santa Maria del Soccorso. Dalla vetta è possibile scorgere in lontananza – e quando il tempo è bello – Napoli e il Vesuvio, nonché la penisola sorrentina e l’Isola di Capri. 

Il percorso che conduce all’Eremo

L’eremo di San Nicola è un edificio ricavato nella roccia e risalente al XV sec. d.C. L’eremo era un tempo adornato da maioliche e marmi che il tempo e l’incuria hanno corroso e deturpato, soprattutto sul versante occidentale che affaccia sul mare. L’esistenza di una chiesa primordiale è nota già nel 1459, ma le celle per i monaci e gli ambienti di preghiera furono terminati nel 1587. La nobildonna Beatrice Quadra volle farne un ritiro per monache, ma le asperità del territorio e un clima poco mite all’epoca costrinsero le religiose a trovare un luogo più accogliente e agevole. Molti altri anacoreti e personaggi in odore di santità vissero presso l’eremo di San Nicola come fra’ Giorgio Bavaro e Giuseppe d’Argouth, ex comandante di guarnigione divenuto frate insieme ad altri dodici fidati commilitoni, i quali contribuirono a rendere più pregevole la chiesa dedicata al santo patrono di Bari con diversi lavori di costruzione. Quando l’eremo fu definitivamente abbandonato dalla comunità religiosa, subì diverse riconversioni d’uso, diventando anche un ristorante con vista sul mare. Ciò che resta dell’edificio oggi è visitabile solo esteriormente.

Il percorso che conduce all’eremo si può effettuare solo a piedi o in sella. Le auto si parcheggiano alla fine della strada carrabile che conduce al Monte Epomeo. I percorsi alternativi sono:

  • In macchina fino al limite consentito, da lì si procede a piedi lungo la mulattiera per 800 m. e circa 15 minuti di cammino;
  • In autobus fino a piazza Fontana, attraverso un vicolo e seguendo le indicazioni per monte Epomeo si giunge in cime dopo 2 km e 35 minuti circa di cammino.
  • Altri sentieri collaterali – consigliati per gli escursionisti e gli amanti del trekking di montagna – conducono a Pietra dell’Acqua e alla Falanga.

L’escursione più completa è quella della durata di 4 ore da Serrana a Fontana e conduce fino alla cresta del monte, camminando tra paesaggi poetici e panorami mozzafiato. Il percorso comincia in località Serrara sul versante ovest dell’isola e attraversando un angolo di isola selvaggio fino a imboccare il sentiero CAI 501. Lungo il sentiero è possibile ammirare il golfo di Napoli su un fronte e dall’altro i terreni coltivati fino a giungere a Pietra dell’Acqua che è un grande masso di tufo incavo il cui nome deriva dal fatto che si riempie di acqua come una cisterna. Il masso è posto sulla cresta del monte Epomeo e continuando a camminare sulla cresta si raggiunge la cima più alta dell’isola che è Punta San Nicola, dove è situato l’eremo scavato nella roccia che rappresenta il culmine della salita. Dalla cima, introducendosi lungo un tratturo inciso nella roccia tra due pareti calcaree si comincia la discesa. Il sentiero roccioso diventa poi una mulattiera che attraversa un bosco di castagni che declina dolcemente fino a piazza Fontana.

L’escursione può essere fatta anche partendo da Fontana per giungere a Serrare. La stessa escursione – con le guide – può essere svolta in notturna aumentando la suggestività dei luoghi. Il percorso è lungo 6,3 km e presenta un dislivello in salita di 300 m e in discesa di 260 che con la giusta attrezzatura non è particolarmente difficoltoso.

L’escursione sul Monte Epomeo in sella

La cima del monte ischitano può essere raggiunta anche in sella ai muli e cavalli, che sono stati a lungo i principali mezzi di trasporto per gli isolani. I turisti, oggi, possono godere di una passeggiata in sella accessibile anche a chi non è un esperto cavaliere o un’amazzone grazie alla guida dei cosiddetti capi ciucciari, si tratta di una figura locale tradizionale, ma che rivestiva una grande importanza per l’economia agricola del luogo tanto da essere stata a lungo una posizione ambita dagli abitanti. Il capo ciucciaro organizza le ascese, l’ordine di partenza, sceglie gli animali più idonei e conduce la comitiva alla meta. I percorsi che si possono fare a cavallo o in groppa agli asini sono diversi:

  • Sentiero Buonopane, noto anche come il sentiero delle cantine antiche;
  • Sentiero delle Baie con partenza da Testaccio;
  • Sentiero del Santuario con partenza da Vatoliere.

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