Sant’Angelo Ischia: una panoramica estiva

Ischia è un sogno estivo che non ti lascia mai sazio:  oltre alle suggestive terme romane di Cavascura, a Maronti (unica spiaggia del comune di Barano) e la vicina Cava Grado, Sant’Angelo è uno dei luoghi più frequentati dell’isola, in cui piacevolmente si può intraprendere un tuffo all’ombra della famosa “Torre”, un enorme  masso tufaceo di fronte all’accogliente piazzetta e ben integrato all’interno del paesaggio. A soli due lati dell’istmo, il quale collega l’alta torre col borgo, c’è una spiaggia bella e baciata dal sole, la quale oggi è diventato un punto di ritrovo per famiglie e amici che soggiornano durante il periodo estivo nella bella isola dell’arcipelago Flegree. Sempre più numerosi sono i giovani che scelgono di venire a fare il bagno a Sant’Angelo e, il merito, è da attribuire in gran percentuale ai diversi concessionari presenti, attenti a garantire  accoglienti e curati i rispettivi lidi. Un turista che decide come zona balneare Sant’Angelo, non può non farsi coinvolgere dalla pioggia di ombrelloni colorati vicini ai lettini e alle comode sdraio che occupano le spiagge della zona. I colori dei lidi richiamano per intero  i colori pastello delle case del borgo e, perché no, quelli altrettanto vivi delle reti dei pescatori locali, occupati quotidianamente in attività di pesca. I colori caldi e l’acqua azzurra sono i particolari che suggeriscono il senso di continuità cromatica che unisce Sant’Angelo alla Corricella di Procida : borghi significativi nell’insieme dell’architettura mediterranea insieme ad Ischia Ponte. Non a caso, questi due borghi, insieme a quello di Ischia Ponte, sono tra i più significativi esempi dell’architettura mediterranea. Il mare che  Sant’Angelo offre è particolarmente indicato per le famiglie con bambini al seguito, perché regala un’imponente sistema di scogliere, la quale protegge il lato di spiaggia attrezzata. L’altro lato invece è quello che dà sul porticciolo turistico: luogo ideale per far divertire i ragazzi in tutta serenità. Insomma, Sant’Angelo non è un borgo notturno e non ricerca fama da nessuno: è amato per la sua tradizione e tranquillità in aggiunzione ad una continua opera di ammodernamento e soprattutto di turismo.

Il borgo e la cultura dell’intreccio

Situato ai piedi del comune di Serrara Fontana, Sant’Angelo rappresenta un po’ il gioiello dell’isola d’Ischia e, un motivo in più per visitare questo borgo, è che d’estate si trasforma nella piccola Capri dell’isola d’Ischia. Sant’Angelo è un’isola nell’isola e, raccontarne all’interno di un articolo non è bastevole per esprimerne la bellezza: tocca viverla. Nella parte superiore dell’isolotto si può trovare una  chiesetta in cui, numerosi fedeli, venerano il culto dell’Arcangelo San Michele, festeggiato a fine di ogni Settembre con una suggestiva processione lungo la costa. Se si intraprende una passeggiata esplorativa per il borgo, ci si accorge che, superata la chiesa, si arriva a Cava Petrelle dove si trovano le caratteristiche “stufe” e, superata la zona, una striscia di terra collega il centro del paesello con l’isolotto che sormonta locali di alta moda circondati da spiagge e dalla sabbia di un colorito scuro a testimoniare la natura vulcanica dell’isola. È a Sant’Angelo che c’è una delle spiagge più caratteristiche dell’isola: Cava Grado è una piccola oasi di naturalistica su una delle coste più belle, in cui una volta era possibile scegliere tra ben due parchi termali ( Tropical e l’Aphrodite). Al di là del luogo incantevole che Ischia offre, forse non tutti sanno che cela una cultura tutta edificata sulla pesca e l’artigianato. Fino agli anni ’50 del secolo scorso, sull’isola d’Ischia veniva coltivato il grano e , proprio da questa coltura attenta e precisa delle spighe, è nata una piccola ma crescente industria specializzata nella lavorazione della paglia che aveva il suo centro, inizialmente, nel comune di Lacco Ameno. Il grano, veniva coltivato lungo i pendii del sentiero che porta alla famosa Pietra dell’Acqua, nel comune di Serrara Fontana, e da lì fino al Monte della Guardia, conosciuta come seconda vetta imponente per altezza dell’Epomeo (ben a 720 metri sul livello del mare). Sono diverse le testimonianze in merito alla coltura del grano e alla sua lavorazione e, oltre alle abbondanti memorie scritte da Giuseppe D’Ascia e da Sybil Fitzgerald (viaggiatrice statunitense), su un passato rurale che parzialmente ancora resiste, è rimasta ancora oggi  la tradizione di intrecciare la paglia per ricavarne tantissimi oggetti, come cesti, cappelli, borse e altre utensilerie di uso comune. C’è addirittura chi, come la famiglia Monti, situata a Lacco Ameno , continua l’antico mestiere di nonne, anche se invece della paglia a essere intrecciata oggi è la più comune rafia, un materiale altrettanto resistente. Sant’Angelo e Ischia offrono tanto, dal mare all’intrattenimento, non lasciando mai il turista privo di nuove conoscenze e carico di nuove emozioni. Molti uomini  ancora oggi si dilettano a intrecciare cesti e cestini di vimini, ma anche nasse e maruffi, utili casse con struttura metallica che in passato venivano calate in mare per conservare il pescato quando ancora non erano state inventate le celle frigorifere. Una tradizione carica di cultura, che aspetta solo una vostra visita e, soprattutto qualcuno che ami una vacanza all’insegna del rurale e del semplice, perché Sant’Angelo altro non è che una tradizione in continua attività.

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