La Cucina di Ischia: prelibatezze isolane

Soggiornare in un’altra località significa soprattutto adeguarsi al cibo che viene proposto. Che senso avrebbe andare in Spagna per mangiare la pizza? Quale sarebbe il motivo di mangiare la pasta in Giappone? Per la stessa giustificazione di base, se si visita il sud Italia, bisogna dimenticarsi di tutto quello che si è mangiato nel corso della propria vita e iniziare un percorso di sano godimento culinario. Nella fattispecie, in questo articolo, parleremo delle prelibatezze di cui la cultura ischitana delizia ogni giorno centinaia di turisti. A tal proposito sarebbe opportuno iniziare, essendo, in ambiente prettamente napoletano, da qualcosa che convenzionalmente è associato al sud ma, che ad Ischia, assume una variante tutta tipizzata: Il babbà rustico. Quest’ ultimo è molto apprezzato dai turisti, che ne godono al tavolo già servito in un formato intero o tagliato appositamente dai commensali del locale, nell’eventualità in cui si stesse vivendo un pranzo informale. Quando invece ci si approccia ad un evento e quindi a porzioni finger food e da buffet, allora il babbà va appositamente tagliato e servito a piccoli tocchi. I commercianti locali sanno che, per una buona lavorazione del babà rustico, il fattore determinante è la costanza dell’intero procedimento, che ha bisogno continuamente di essere  gestito con cura. Alcuni commercianti usano anche fare molte varianti, tra cui la più significativa sta nell’uso dell’olio o del burro al posto della tradizionale sugna, usato alternativamente in cucina al classico strutto. Un’altra pietanza che probabilmente potreste incontrare all’interno delle cucine di Ischia, è la frittata di Maccheroni. Avete proprio sentito bene: gli ischitani hanno unito la pasta alla tradizionale frittata, con esiti decisamente gustosi. La frittata è il cibo ideale per i contadini dell’isola, che compensano la giornata impegnativa e carica di lavoro con una portata adeguata in termini di proteine e carboidrati. Unire queste due cose non basta però, bisogna aggiungere anche una buona quantità di sapore e una consistenza agevole della pasta (per evitare che risulti troppo difficile da addentare). Un piatto semplice che vi sfamerà al cento per cento durante le giornate al mare, le gite fuori e le giornate in campagna, e che vi farà venir voglia di un pranzo semplice ma nutriente. Dopo tante pietanze salate, potrete anche godervi piacevolmente la prestanza di un dolce e, se cascate ad Ischia durante il periodo pasquale, non potete perdervi la Pastiera napoletana. Diventata leggendaria grazie alle suo origini, che vedono come protagonista la sirena Partenope, la quale creò la pastiera grazie a tutti gli omaggi che i napoletani le portarono grazie al suo incantevole canto. La Pasqua ad Ischia è sempre caratterizzata da questo dolce, una fetta alla fine di ogni pasto. Ottimo come pasto ma anche come spuntino pomeridiano e mattutino, che regala sapori antichi grazie alla magica ricotta. Per concludere la vostra esperienza culinaria all’interno dell’isola, dovete assaggiare il vino cotto, un dolce sciroppo che appartiene alla tradizione rurale dell’isola, la quale è oggi uno dei pochi posti in Italia in cui ancora è possibile assaggiarlo. La ricetta, proprio come quella della Pastiera, è molto antica perché presente tra i prodotti dell’antica tavola imbandita di Pompei. Nell’antica città persa, lo si utilizzava come bevanda dolciastra, ma anche per la preparazione attiva di pietanze che richiedevano un’esaltazione del gusto, come le polpette a base di carne di maiale e il pan bagnato nel vino misto a garum (una salsa liquida proveniente dalle interiora di pesce).

Il cibo del mare: il pezzo forte dell’isola

Ischia oltre che per il mare è apprezzata anche per il pesce fresco che, in molti ristoranti dell’isola, si riesce a reperire con estrema facilità. L’oro giallo dei limoni si accosta bene ad una buona portata con i frutti di mare. Seduti a tavola, non pensiamo allo sforzo dei pescatori che, ogni notte, con barconi di legno variopinto, escono muniti delle loro parante per tornare alle primissime luci del mattino verso ristoratori e massaie. I cuochi che sanno il fatto loro, non possono permettersi di privare i turisti della freschezza del mare in tutte le sue sfaccettature. Calamari, scorfani o spigole? Questo è l’unico problema da risolvere per un consumatore mentre, dall’altro lato, un grande meccanismo si muove. I ristoratori dell’isola sanno ormai che il sapore del mare non va assolutamente perso: le alici vanno indorate velocemente e fritte, il polpo bisogna affogarlo e cotto nella sua acqua, i polipetti stanno benissimo con il sugo in casseruola e, i frutti di mare, vanno con spaghetti e linguine in sutè. Quindi il pesce che arriva in cucina subisce una fase di pulitura e cottura che richiede attenzione e soprattutto amore. In passato, quando i pescatori tornavano senza aver pescato nulla, si usava offrire ai consumatori solo l’idea del mare: “pesce fuito” è l’espressione che indicava un pesce che è scappato via e che, si può immaginare, sostituendo il vero pesce con pane, acqua calda, aromi e aglio. Oggi però non si fornisce più questo servizio e i ristoratori cercano di soddisfare sempre le esigenze del cliente. Ischia è un mix di sapori e, il pesce, costituisce la base di una produzione culinaria invidiata in ogni parte del mondo.

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